DOMENICA 4 SETTEMBRE 2011
[Italiano]
Chiesa
CONGRESSO EUCARISTICO
del cambiamento
Alla quale il legato pontificio al Congresso eucaristico, il cardinale Giovanni Battista Re ha augurato di tornare a guidare la ripresa come merita, mentre l’arcivescovo di Ancona- Osimo Edoardo Menichelli ha ricordato che è l’ora della sobrietà. Il quadro viene dipinto dell’economista Stefano Zamagni, specialista di non profit e presidente dell’agenzia del Terzo settore: «Ormai l’industria capitalistica che mira al profitto, in tempi di globalizzazione può assorbire a massimo il 75% della forza lavoro. Dobbiamo combattere – noi cattolici in prima fila perché il 70% del non profit è cattolico – una battaglia culturale per trovare lavoro a tutti».
La prima sfida è infatti cambiare il concetto di impresa. «Imprenditore è chi crea valore aggiunto, non il profitto. Perciò oggi non liberiamo le energie del terzo settore che potrebbe assumere buona parte di quel 25% di lavoratori in esubero per il quale, peraltro, sono finiti i soldi pubblici. Andiamo avanti con cooperative, consorzi, fondazioni anche molto grandi che fanno, pur senza scopo di lucro, impresa a tutti gli effetti. Ma non sono considerati tali finché vige il primo libro del codice civile del 1942 che andrebbe urgentemente cambiato».
Così l’Italia che dal 2008 ha una legge per l’impresa sociale, non riesce a farla decollare. «Perché – spiega Zamagni – non abbiamo concesso alle imprese sociali gli sgravi delle onlus. Per farlo basta un decreto di due righe e, secondo simulazioni dell’Agenzia che presiedo, avremmo 50 mila aziende in più con una media di cinque dipendenti. Fanno 250 mila posti. Il tutto a costo zero per lo Stato, che anzi ci guadagnerebbe in entrate. La sfida è dare libertà al terzo settore per dare lavoro a tutti». Altro impegno è il lavoro decente. «Non possiamo – ha detto Zamagni – avere modelli adatti alla fabbrica, oggi siamo in epoca postindustriale, non c’è più la catena di montaggio. Evitiamo di umiliare i lavoratori». Infine, la famiglia. «L’ultima direttiva Ue – sbotta Zamagni – è contro le famiglie. Sostiene che sono queste a doversi adattare alle esigenze delle imprese. L’opposto di quanto la Chiesa chiederà a fine maggio a Milano all’incontro mondiale della famiglia, il cui tema riguarda la conciliazione con il lavoro. In realtà si spacciano per politiche familiari leggi che incentivano il lavoro femminile, che è sacrosanto e va incentivato, ma non a scapito della famiglia. Serve una rete per stimolare le imprese a compiere azioni di responsabilità sociale famigliare».